
Si dice comunemente che la Sicilia sia stata -e forse lo sia tuttora- il laboratorio politico d’Italia. Qui, dal Milazzismo al “61 a 0” delle ultime politiche, si è sperimentato di tutto e di più. Molte di queste esperienze e formule politiche sono state infatti poi trasferite a livello nazionale. Quando ho cominciato, lo scorso settembre, a scrivere questo blog avevo la necessità di trovare un contenitore per tutta una serie di idee sul suo tema che ormai … “tracimavano” dalla testa e, perfettamente consapevole che tale “inquietudine” non era solo mia, ma era condivisa, più o meno consapevolmente, da tanti, avevo anche bisogno di un mezzo veloce, comodo e a basso costo per comunicare con tutta una serie di amici e conoscenti, ma anche con perfetti sconosciuti. Il blog era la soluzione migliore, ma il mio intento, per stile di vita, non poteva rimanere solo uno “sfogo letterario” o un impegno “teorico”: doveva passare, con tutti i rischi del caso, alla verifica con il mondo reale. Questo è il bello e la novità della sfida: lanciare delle proprie idee, anche audaci, senza nascondersi dietro all’anonimato, ma con il proprio nome e cognome e verificare poi se aggregano consenso. Posso vincere o posso perdere, come un samurai il cui codice d’onore impone che da una sfida si possa uscire in due soli modi: con la testa dell’avversario sotto il braccio o senza la propria. In un mondo dove si tende troppo a galleggiare, sempre e comunque, penso che ci sia più onore nel rischiare anche di affondare, se ne vale la pena. La politica, si dice che sia la scienza del compromesso. Io penso che ci sia un limite a tutto, soprattutto ai compromessi. E nella politica siciliana questo limite di decenza è stato oltrepassato ormai da tempo: è ora di dire coi fatti basta! Veniamo allora al laboratorio e al mio esperimento di promuovere dal basso, al di fuori del gioco dei partiti, una candidatura autorevole per la presidenza della regione nel 2006: Pasquale Pistorio. L’ing. Pistorio, ovviamente, ancora non lo sa: non ha senso che sia per adesso il candidato solo del sottoscritto, in democrazia ci vogliono i numeri e lo disturberò solo se ne avrò a sufficienza. Questa mattina ho fatto perciò inviare da una società tipo Postel (cui ho semplicemente chiesto di scaricare da un archivio pubblico degli indirizzi e fornito un file di testo) 3.379 lettere rivolte ad altrettanti professionisti siciliani iscritti ad un albo pubblico (ho il vantaggio che tutti costoro sanno chi sono, ma non ancora cosa penso di proporre loro) che ritengo rappresentino una categoria giovane, di mentalità moderna, dinamica, ben presente sul territorio e, soprattutto, poco compromessa e con poco da perdere. Il mio auspicio è che, consapevoli di avere anche un legittimo interesse (non cerco solo idealisti), come e più di altre categorie, a sbloccare la situazione politico-economica dell’Isola, condividano il progetto di affidare ad un uomo della reputazione internazionale e delle competenze di Pasquale Pistorio la sfida di realizzare in Sicilia qualcosa di simile a quanto è avvenuto, neanche tanti anni fa, in Irlanda, un’isola con la stessa popolazione della Sicilia che per secoli ha prodotto miseria ed emigrazione e che oggi corre con la piena occupazione e con un tasso medio di incremento del PIL negli ultimi anni dell’8%. Costoro potrebbero, a mio avviso, rappresentare uno degli assi portanti di un “comitato elettorale” più all’americana rispetto a quanto siamo abituati ad avere esperienza da queste parti, molto incentrato sulla rete internet, intesa come nuova agorà, nuova “piazza virtuale” di confronto tra uomini liberi: la democrazia deve tornare ad essere questo e mai più costruzione del consenso attraverso spot, manifesti, pachi di pasta, buoni benzina, baci, pranzi elettorali e quant’altro …